Rieccomi.
Qualche settimana senza farvi sapere mie notizie, a te com’è andata l’estate?
A me discretamente.
E Voglio subito provocarvi.
Tempo fa mi sono imbattuto in un cliente – che poi ho deciso di abbandonare – che ha provato a “impormi” un linguaggio verbale che non prevedesse l’uso delle negazioni.
Fateci caso: quante volte al giorno vi capita di usare una frase che contenga l’espressione “non”?
Come se la negazione fosse incompatibile con l’affermare alcuni concetti.
Io invece voglio darvi alcune negazioni, che esprimono in modo netto e inequivocabile alcune presunte verità di cui ci circondiamo costantemente nel nostro lavoro.
E nel vostro.
Il vostro cliente NON ha sempre ragione.
Spesso ciò che afferma il cliente sul vostro lavoro, locale o prodotto, riflette la percezione comune.
A volte però è frutto di singoli condizionamenti, opinioni riportate, recensioni, che predeterminano il giudizio.
Ma se sostenete le vostre ragioni con cognizione, ragionevolezza e coerenza in ciò che fate, avrete ragione voi.
La vostra offerta NON è la più appetibile.
Ho detto conveniente?
No, ho detto appetibile.
Che non sempre è questione di prezzo favorevole, ma quella che al giusto costo offre il massimo del valore e beneficio possibile.
NON state generando domanda.
Vi preoccupate di vendere i vostri prodotti almeno 20-30 volte al giorno.
Ma quasi mai vi concentrate su come stimolare un bisogno: anche fosse il solo stare bene nel vostro locale, perché è il luogo in cui si stacca davvero la spina.
La vostra comunicazione NON converte.
Perdi tempo in un mare di post, in cui mostrare quanto è buono il tuo cibo, che bravo il tuo staff, che figata il tuo ultimo evento.
Ma quanti di loro davvero sono orientati a venire da te?
I like sulla pagina NON servono a nulla.
Vedi sopra.
Se poi non fatturate, cambiate strada.
Lo scontrino da 150 euro NON è la vostra regola.
Hai fatto serata, e alla coppia hai piazzato anche il tuo vino migliore.
Non dura a lungo.
Aumenta lo scontrino medio, e l capacità di coinvolgere i clienti a provare il tuo menù.
Quello davvero ti riempie la cassa, in modo costante.
Il packaging del vostro prodotto NON dice cosa state vendendo.
Hai un box ultra curato, una meraviglia.
Per metterci una insalata.
Usi la carta da giornale, per infilarci una bottiglia da 50 euro.
Due facce della stessa medaglia sbagliata.
Il fuori deve dire quasi tutto di ciò che sta dentro.
Il vostro staff NON sempre vi ascolta.
Già, problema che conoscete.
Ma voi gli sapete parlare, facendovi capire?
Riuscite a trasmettere anche visivamente ciò che volete ottenere dal vostro personale?
NON state parlando al vostro pubblico.
O meglio, parlate a tutti gli utenti, in modo generale.
I vostri clienti, i veri fan, si aspettano una lingua diversa, che dovete riservare loro in modo dedicato.
Il tone of voice non è per tutti.
Trovate il vostro pubblico, e concentratevi su cosa desiderano sentirvi dire.
Visto? NON è poi così difficile mettersi alla prova.