Avete provato a fare un giro sui social media per cercare immagini gastronomiche?
Bene. Riflettete ora su quante di quelle immagini trovate per voi non sono soltanto degne di considerazione, ma portano un ‘valore’ diretto al cibo che rappresentano, vi hanno comunicato qualcosa.
Di più: avete fatto di recente un giro in libreria nel reparto libri di cucina?
La food photography, nella stampa in particolare, ha fatto un balzo enorme in avanti nel passare da semplice istantanea del cibo a vero e proprio elemento di design, ormai vero pilastro culturale al pari delle altre arti visive.
Un eccellente uso delle immagini, e la loro creazione, è un fattore irrinunciabile per costruire solide e durature basi al vostro food business: lanciare sulla piazza il vostro locale, consolidare la presenza del vostro ristorante, l’identità di marca della vostra azienda alimentare, produrre degli scatti ‘killer’ per il vostro fantastico food blog.
Per contro, buona parte di ciò che avete prodotto come strategia potrebbe rapidamente dissolversi di fronte a immagini banali, povere, che ‘disemozionano’ gli utenti..
Lo stesso ritmo sincopato – questo è il foodporn – con cui gli utenti sparano online foto di piatti e ricette senza la minima attenzione a costruire l’immagine stessa non aiuta l’evoluzione dei sensi, dalla vista al gusto il passo è breve e spesso è viaggio senza ritorno.
Il food marketing 2.0 si fonda anche su questo: un mix perfetto di brand identity, una forte presenza sui social media, e l’uso sapiente di immagini che lasciano il segno.
Perché le immagini del cibo raccontano chi siete voi, non soltanto la vostra professione ma la vostra idea del cibo come passione, perché noi desideriamo sopratutto ciò che vediamo (cit. Hannibal Lecter).
Il cibo è desiderio, e l’immagine è la cattura di quell’attimo.
Per avere una visione completa degli accorgimenti necessari per distinguere le vostre immagini da semplici scatti ai vostri piatti, senza infamia e senza lode, ecco alcune regole imprescindibili per non sbagliare e costruire un visual food marketing d’effetto.
#1. USATE MENO CIBO DI QUANTO FARESTE
Less is more.
FIdatevi: il piatto pieno zeppo non funziona.
Non è la cattura dell’immagine il momento adatto di essere generosi con le quantità, lasciate piuttosto ampi spazi vuoti all’interno del piatto in modo che il vero contenuto abbia il massimo risalto possibile.
Immaginate il piatto come l’inquadratura del vostro film.
Concentrate tutta l’attenzione – e così faranno i vostri utenti – sul centro del piatto, ciò che si trova sui bordi spesso svanisce e non viene notato affatto.

#2. IL CIBO DEV’ESSERE NATURALE
La food photography applicata al marketing esige regole precise.
Personalmente ciò che mi disturba di più è il cibo artificioso, con colori innaturali – spesso frutto di un pessimo lavoro di post-produzione, andateci piano con i livelli – che finiscono con comunicare l’esatto contrario di ciò che volete.
Ovviamente nelle preparazioni a caldo, curate molto le cotture e le finiture prima della mise en place.
Proponete anche immagini di ricette semplici, rustiche, con pochi ingredienti e con presentazioni ridotte al minimo, in stile country.
A me ad esempio piace molto lo stile Jamie Oliver, lo ‘naked chef’. Cibo di tutti i giorni all’ennesima potenza (visiva).

#3. SIATE ISPIRATI
Ah, l’ispirazione!
Beh, o ce l’avete di vostro, o ve la fate venire.
Nel primo caso bene, seguite l’estro del momento ed elaborate la vostra immagine prima mentalmente.
Magari aiutatevi con foglio e matita: fate uno schizzo preliminare di come immaginereste il risultato finale.
Nel secondo caso, il problema si può risolvere osservando, navigando in centinaia di siti e blog specializzati – sempre di qualità però – dai quali trarre lo spunto ideale per il vostro scatto.
Poi lasciatevelo dire: siamo in Italia, con l’immenso patrimonio anche visivo disponibile, e con quanto stanno combinando i nostri strepitosi chef a livello mondiale non vi mancherà di certo il materiale da cui farvi ispirare.
La foto è di un piatto di Massimo Bottura, che in fatto di ispirazione ne sa qualcosa.

Siate ispirati al massimo
#4. INGREDIENTI SEMPRE FRESCHI
Questa la sapete già, ma ve la dico lo stesso.
E’ un business case tra i più ovvi e rinomati: avete notato perché l’immagine del panino hamburger delle pubblicità non corrisponde mai e poi mai a quanto poi vi viene messo sul vassoio?
Ovvio, da una parte è quasi impossibile replicare fedelmente i trucchi di food advertising nel vostro vassoio, però bisogna dire che una parte di colpa ce l’ha anche la non completa freschezza delle materie prime.
Sia frutta e verdura, che formaggi e carni, danno il meglio anche in cottura quando sono al massimo della loro freschezza, la loro capacità di esprimere i propri succhi interni sarà elevata, e non è un momento che dura in eterno.
La freschezza vi aiuterà anche nella composizione della foto. E’ estremamente più facile e creativo creare un piatto con colori visivamente splendenti.
Per intenderci: provate a fotografare una tartare di fassona lasciata nel frigo per 3-4 giorni.
Il risultato forse potrà essere appetibile soltanto dopo un duro lavoro di fotoritocco.

Usate gli ingredienti al massimo della loro freschezza
#5. IL POTERE DEL CRUDO
Pensate che sull’arte del cibo crudo hanno costruito pure un evento gastro-mediatico di tutto rispetto (Cook It Raw).
Usare il raw food per la food photography è innanzitutto sperimentare, osare.
Ma è per certi versi anche utilizzare le materie prime nella loro forma migliore, all’origine, al netto delle sovrapposizioni che si creano con le cotture e le temperature.
Certo, è un tema che può essere applicato a prodotti e realizzazioni con un proprio senso logico.
E’ utile anche utilizzare singoli elementi crudi in aggiunta agli ingredienti base del piatto, un ottimo esempio sono i germogli e i fiori commestibili insieme ai frutti, come nella foto sotto.
In questo caso, fotografare il crudo è ottimo con la frutta, verdura, funghi, carne e pesce (penso al sashimi), purché tutti ingredienti assolutamente ricchi di colore proprio, e che siano organicamente belli una volta insieme.

L’uso di elementi crudi aumenta la potenza visiva
#6. IL PIATTO PARLA: I DETTAGLI SONO TUTTO
Una volta realizzato il piatto o la ricetta, avete una grande occasione davanti.
Non sprecatela limitandovi a passare dalla padella al piatto, ma curate attentamente ogni dettaglio.
Ricordate: il piatto comunica di voi.
Fate attenzione all’integrità della preparazione, alla cura della realizzazione, ma anche alla sua disposizione davanti all’obiettivo, al tipo di lente da usare (ad esempio usare la macro per massimizzare i dettagli), all’angolazione scelta – provatene diverse ad esempio a 45°, sopra il piatto oppure in linea con la base – alla guarnitura sopra il dolce, ecc.
Queste sono indicazioni di base, a breve posterò un articolo sulle tecniche per impostare la food photography perfetta.

I dettagli parlano di voi, aiutatevi con la macro
#7. MASSIMIZZATE I CONTRASTI
Sfruttate i colori vividi del cibo per creare e massimizzare il contrasto nelle immagini, ma anche nel piatto.
Abbinate elementi molto scuri con altri dai colori accesi, tipo olive taggiasche e pomodori per capirci.
Ma non soltanto negli ingredienti: l’immagine è anche oltre il piatto.
Aiutatevi con i colori del piatto, delle posate, e create uno sfondo a contrasto con texture scura, per dare un effetto di luce particolare e moltiplicare l’impatto visivo di ciò che verrà catturato nello scatto.
Osservate il piatto nella foto: gli ingredienti sono ultra semplici, ma l’abbinamento del cibo con il piatto e lo sfondo rende il contrasto un elemento portante della foto, e rende più bella la ricetta.

Usate elementi diversi per creare contrasto
#8. SCEGLIETE MATERIALI D’EFFETTO
Lo stile rustico, da cascina, in questi ultimi anni ha ispirato moltissimo la food photography.
I materiali che usate per fotografare il cibo sono molto più che un corredo, sono il complemento della ricetta, e dell’intera immagine, aggiungono una potenza comunicativa all’immagine che non credete.
Date spazio alla fantasia: piatti rustici piuttosto che ceramiche di design, un listone di parquet, oppure una tavola di ardesia su cui disporre il cibo, un cesto di ferro battuto in cui mettere il pane.
Andate in un negozio di arredo cucina, e cercate materiali rustici di effetto, a cui non pensereste subito.
In più, recuperate argenti antichi, padelle di ferro rovinate, strofinacci vecchi di anni, teiere di ottone, bicchieri e coppe di vetro anni ’60, ecc.
Provate da qualche antiquario, oppure cercate un mercatino nella vostra zona, spesso per pochi euro riuscite a portarvi a casa dei veri tesori per le vostre fotocomposizioni.
#9. ENFATIZZATE I COLORI
Il cibo è colore. Spingetelo al massimo.
A meno che non vogliate proporre uno stile foto-gastronomico teso al bianco e nero, o comunque con saturazione estremamente ridotta – grunge food – il consiglio è di creare una composizione visiva che penetri letteralmente l’obiettivo e arrivi diretta all’occhio di chi guarda.
Proponete cibi ricchi di colore, i prodotti di stagione in questo hanno un valore inestimabile.
Partite quindi dagli elementi primari, gli ingredienti.
Lavorate quindi sulla composizione dell’immagine nel piatto, accostate con cura le varie parti della ricetta da mettere in risalto le parti naturalmente più cariche di colore.
Siate accurati ma veloci, il cibo più è esposto all’aria più degrada e i colori si spengono.
Dopo alcuni scatti, osservate il risultato e nel caso applicate del lavoro aggiuntivo in post-produzione.
Poco Photoshop, ma aggiustate i livelli, le gamme e la saturazione, senza strafare.
Osservate la foto: le fette di avocado, di mango e i chicchi di melograno da soli spiegano tutto.

Spingete i colori al massimo!
#10. LA LUCE COMANDA: NO AL FLASH!
Nella food photography, la luce è il primo ingrediente del piatto.
Andiamo al dunque: se volete che i vostri scatti siano davvero ‘impressive’ e parte della vostra strategia di food marketing, abolite il flash.
Una bella preparazione, curata, con colori e sfondo adeguato, verrà mortificata da un fascio di luce puntato contro.
Per ottenere un buon risultato occorrono alcuni fattori base: una buona luce naturale, uno sfondo pulito e con tono uniforme.
Osservate l’ambiente in cui vi trovate, premesso che non siete fotografi di professione, da dove proviene la fonte di luce, le ombre, ed eventuali ostacoli presenti sul tavolo che possano ostacolarla.
Trovate la posizione giusta, quale angolazione ottimale per lo scatto, e l’orientamento del cibo che offre maggiore esposizione visiva.
Nella foto, l’hamburger di Blend a Parigi non ha bisogno di altro, la luce naturale è sufficiente.

Abolite il flash, la luce è il primo ingrediente
#11. MOSTRATE IL WORK IN PROGRESS
Date un valore aggiunto alla vostra immagine, aggiungetene un’altra che mostri le fasi della preparazione.
Se molto valido ed espressivo, spesso è sufficiente un singolo scatto.
Valorizzate gli ingredienti sul tagliere, nella loro forma cruda, o nella pentola prima della cottura definitiva.
Gli utenti capiranno molto di più il senso della vostra ricetta, se ne mostrate loro un passaggio intermedio.
Questa tecnica può essere particolarmente efficace e comunicativa per le ricette il cui risultato finale è una completa trasformazione degli elementi primari.

Food in progress: mostrate le fasi della preparazione
Meraviglio post con interessanti consigli, direi utilissimi per coloro che si stanno avvicinando alla food photography. Io ho fatto della mia passione il mio lavoro. Complimenti!! Parola di Food Photographer. michelangeloconvertino.it.
Grazie davvero Michelangelo, è un vero onore saperlo da uno del mestiere!
Sono davvero felice di aver trovato il tuo sito. Sto fantasticando sull’apertura di uno street food all’estero e tutto ciò che scrivi mi è davvero di grande ispirazione. Grazie, continuerò a seguirti.
Paola